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Nascere nel lazio

 

Nascere nel Lazio

Quando il parto si avvicina

Prima del travaglio, soprattutto se è il tuo primo bambino, potresti avere una fase preparatoria caratterizzata da dolori simili a quelli mestruali, piuttosto irregolare per intensità e frequenza.
Il travaglio inizierà quando avvertirai, nell'arco di 10 minuti, più di una contrazione della durata di almeno 40 secondi regolari per almeno due ore.
Quando l'utero si contrae la pancia si indurisce per poi tornare morbida al termine della contrazione. Durante la pausa fra una contrazione e l'altra hai la possibilità di recuperare energia.


I segni per valutare l'inizio di un travaglio sono:

  • INDOLENZIMENTO della parte bassa della schiena.
  • DOLORI PELVICI simili a quelli mestruali.
  • ESPULSIONE DEL TAPPO MUCOSO
    Nella fase preparatoria e/o durante l'inizio del travaglio potresti notare la perdita del tappo mucoso, di consistenza gelatinosa che potrebbe essere striata di colore rosa. Se invece dovessi notare una discreta perdita di sangue rosso vivo, recati presso il pronto soccorso del punto nascita più vicino per un controllo e contatta immediatamente il tuo ginecologo o la tua l'ostetrica.
  • ROTTURA DEL SACCO CON FUORIUSCITA DEL LIQUIDO AMNIOTICO
    Talvolta il sacco amniotico, che protegge il tuo bimbo in gravidanza, si rompe prima che il travaglio abbia inizio. Te ne accorgerai poiché sentirai uscire delle perdite liquide e calde, normalmente incolori. Potrai differenziarle dalle perdite involontarie di urina poiché l'urina è gialla, con l'odore caratteristico che conosci, e dalle perdite vaginali che invece sono viscose e consistenti. Inoltre la perdita di liquido amniotico continua indipendentemente dalla tua volontà. Quando si rompe il sacco con fuoriuscita del liquido amniotico è opportuno recarsi al punto nascita più vicino indipendentemente dalla presenza di contrazioni.

Durante il travaglio potresti avere anche nausea e/o vomito o diarrea.
Se la tua gravidanza ha avuto un decorso normale potrai effettuare una cardiotocografia alla fine della 40a settimana utile alla registrazione della frequenza cardiaca fetale e delle contrazioni uterine per circa 30-40 minuti. Questo esame insieme al controllo ecografico della quantità del liquido amniotico ti permetterà di aspettare fino alla 42a settimana che il travaglio inizi spontaneamente. La cardiotografia prima della 40a settimana è indicata solo per le "gravidanze a rischio o francamente patologiche".

IMPORTANTE! Se senti che il bambino si muove meno rispetto al solito (meno di 10 movimenti nell'arco di 12 ore) recati al punto nascita più vicino per un controllo.

Quando recarsi al punto nascita prescelto

È il momento di recarsi al posto dove hai deciso di partorire se si verifica una delle

seguenti condizioni:

  • se hai un travaglio attivo, ossia avverti delle contrazioni regolari;
  • se sei alla prima gravidanza e, in un intervallo di 10 minuti, avverti più di una contrazione della durata di almeno 40 secondi;
  • se hai già avuto altri bimbi, in presenza di contrazioni più brevi e meno ravvicinate, perché il travaglio può essere più breve (tieni presente la distanza ed il traffico che puoi incontrare).

Come affrontare il dolore

Il dolore nel parto è una delle maggiori preoccupazioni delle gestanti. Nei corsi di accompagnamento alla nascita, che è opportuno frequentare presso il tuo consultorio di zona presso il punto nascita in cui partorirai, affronterai questo tema.
Il parto è diverso in ogni donna ed anche il suo vissuto. Il dolore del parto ha delle caratteristiche che lo differenziano dagli altri perché ha una valenza speciale essendo finalizzato alla nascita del tuo bambino. Alla fine di ogni contrazione hai il tempo per recuperare energia.
Per controllare il dolore puoi mettere in pratica gli strumenti acquisiti nei corsi di accompagnamento alla nascita. Mantenendo la calma e rilassandoti sentirai le contrazioni con minore intensità.
Alcune donne scelgono di partorire con l'anestesia (parto-analgesia); la tecnica più usata è la peridurale, praticata dall'anestesista e che consiste nella scomparsa del dolore, rimanendo sveglie, attraverso l'iniezione di farmaci nello spazio peridurale lombare.
Il tono muscolare e la motilità volontaria sono conservati. La parto-analgesia è una metodica sicura ed efficace, anche se può determinare un maggior ricorso al parto operativo che prevede l'utilizzo di ventosa o forcipe. Va detto che tale tipo di analgesia non è attualmente disponibile in tutti i punti nascita della regione.

Modalità di assistenza al parto spontaneo

Ogni punto nascita utilizza modalità diverse per l'assistenza al travaglio e al parto.
Al momento dell'accettazione sarai visitata per valutare la posizione del bambino, il suo battito cardiaco e a che punto sei del travaglio. Ti sarà misurata la pressione arteriosa, il polso e la temperatura.
È importante portare con te la cartellina degli esami eseguiti in gravidanza. Se necessario il medico potrà prescrivere ulteriori accertamenti.
Il clistere e la tricotomia, ossia la rasatura dei peli, non sono pratiche raccomandate se non su tuo espresso desiderio.
Esistono diverse modalità per valutare il battito cardiaco fetale durante il travaglio: l'ascoltazione intermittente rilevazione, attraverso un rilevatore ad ultrasuoni, del battito cardiaco fetale, ogni 15 o 30 minuti a seconda della fasi del travaglio; tale modalità consente una maggiore libertà di movimento rispetto alla cardiotocografia (definizione nella sezione Quando il parto si avvicina).
Quando il collo dell'utero è completamente dilatato (circa 10 cm) inizierai ad avvertire delle spinte da parte del bambino che vuole uscire.
Normalmente puoi scegliere una posizione libera per il parto e solo in alcuni casi può essere necessario eseguire un piccolo taglio detto episiotomia che si effettua nella porzione laterale destra del perineo (zona del corpo fra la vagina e l'ano). Questa pratica dovrebbe essere effettuata solo in caso di una particolare angustia dei genitali esterni, oppure in caso di necessità di un'assistenza operativa (uso del forcipe o ventosa) al parto vaginale.

In quali casi è indicato il taglio cesareo

Il taglio cesareo è una modalità di assistenza al parto di tipo chirurgico troppo utilizzata nel Lazio: nel 2014 la percentuale di cesarei sul totale dei parti è stata del 43%. In alcune regioni ed in molti paesi europei, invece, la percentuale di nati con taglio cesareo risulta di molto inferiore, intorno al 25%, senza che questo comporti effetti negativi sulla salute della donna e del neonato.
In una gravidanza normale il parto con taglio cesareo non è associato alla nascita di bambini più sani rispetto al parto naturale; esistono anche per la donna che si sottopone a taglio cesareo rischi maggiori, fra i quali una durata più lunga della degenza in ospedale, complicanze legate all'intervento chirurgico ed alla più prolungata immobilizzazione a letto.
Riteniamo quindi utile fornirti alcune informazioni che potranno aiutarti a comprendere i motivi della scelta di una modalità del parto rispetto ad un'altra, scelta che dovrai fare insieme al medico o all'ostetrica che ti segue in gravidanza ed a chi ti accoglierà all'ingresso in ospedale.
I motivi per effettuare un cesareo non sono molti, ed hanno una frequenza complessiva non superiore al 15-20%:

  • la sofferenza fetale;
  • presentazione anomala del feto, la più comune è quella podalica;
  • una inserzione anomala della placenta (placenta previa);
  • la sproporzione cefalo pelvica, ad esempio, se il bambino è troppo grande rispetto al bacino materno;
  • patologie materne e/o fetali che sconsigliano il travaglio ed il parto vaginale.
Se non sei alla prima gravidanza ed hai già avuto un taglio cesareo o un altro intervento in cui è stata incisa la parete uterina (ad esempio l'asportazione di un fibroma uterino), puoi, in accordo con il ginecologo del reparto, provare il parto vaginale, ovviamente in assenza di indicazioni assolute al taglio cesareo. La gran parte delle donne che hanno avuto un cesareo sono in grado di partorire per via vaginale nella successiva gravidanza.
Tra tutte le pazienti che iniziano un "travaglio di prova", così si chiama il travaglio dopo il taglio cesareo, il 70-80% riesce a partorire spontaneamente.
La decisione di iniziare il "travaglio di prova" va valutata insieme ai medici del reparto; se hai deciso per un parto vaginale dopo il cesareo, assicurati che il luogo che hai scelto dove partorire sia attrezzato per assicurare un'assistenza adeguata.

 

I criteri per la scelta del luogo del parto

Se la tua gravidanza sta decorrendo regolarmente puoi far nascere il tuo bambino in una struttura ospedaliera o a casa. Quindi prima di prendere questa decisione è importante che tu ne parli con il ginecologo e/o l'ostetrica che ti segue e che conosce la tua gravidanza.
Se invece ti è stato diagnosticato qualche problema medico, sia preesistente la gravidanza che insorto durante, indirizzati verso una struttura ospedaliera con competenze specifiche.
Se puoi programmare la decisione su dove partorire, ti raccomandiamo di informarti in anticipo, è un tuo diritto, sulle caratteristiche strutturali e sui servizi che offre la maternità; ad esempio, domanda se l'anestesista è sempre presente e disponibile nelle 24 ore e se il pediatra è sempre presente in sala parto ad ogni parto. Chiedi inoltre quale è la percentuale di bambini nati con taglio cesareo nell'ultimo anno: un valore molto alto, superiore al 35-40%, indica un atteggiamento eccessivamente "chirurgico" nella gestione ed assistenza al parto.
Chiedi anche se nella maternità avrai la possibilità di tenere il tuo bambino in stanza con te 24 ore su 24 durante la degenza (rooming-in) perché questo aiuterà l'avvio precoce dell'allattamento al seno ed il suo proseguimento per diversi mesi.
Se vuoi far nascere il bambino a casa, assicurati che le ostetriche che ti assisteranno al parto abbiano una adeguata esperienza e discuti con loro delle modalità del parto e come preparare la tua casa per questo evento. Durante la gravidanza acquisisci elementi sufficienti per valutare se il parto a domicilio soddisfa i tuoi desideri e ti offre le garanzie di sicurezza che ti aspetti.
Assicurati inoltre che l'ostetrica che ti segue sia collegata con una rete di professionisti da coinvolgere in caso di bisogno (pediatra, ginecologo, medico di famiglia) e che un ospedale con un reparto ostetrico e neonatale sia facilmente raggiungibile, nel caso dovessero presentarsi in modo inatteso problemi non gestibili a domicilio.
Infine, informati se presso il punto nascita prescelto è possibile fare la donazione di sangue cordonale a fini di solidarietà e in forma anonima che ha come scopo prioritario quello di trapiantare cellule staminali per soggetti affetti da alcune gravi patologie, offrendo loro reali possibilità di guarigione. La donazione non comporta nessun problema per la donatrice.

I punti nascita

A seguire è riportata una tabella con indirizzi e recapiti telefonici di tutte le maternità pubbliche o private accreditate con il Servizio Sanitario Regionale distinte per livello di cure, dove il livello II si contraddistingue dal livello I solo per la possibilità di assistere gravidanze, parti e neonati che necessitano di un'assistenza intensiva di particolare complessità.

 

PUNTI NASCITA DI PRIMO LIVELLO

NOME DELLA STRUTTURA INDIRIZZO CENTRALINO
Sandro Pertini  Via dei Monti Tiburtini 385/389 - Roma 06 41431
Fabia Mater Olevano - Romano 25 - Roma 06 215921
Madre Giuseppina Vannini Via dell'Acqua Bullicante 4 - Roma   06 24303840
Giovan Battista Grassi  Via Giancarlo Passeroni 28 Ostia - Roma    06 56481
Città di Roma Via Maidalchini 20 - Roma   06 58471
San Filippo Neri Via Martinotti 20 - Roma    06 33061
Cristo Re Via delle Calasanziane 25 - Roma  06 612451
Santa Famiglia Via dei Gracchi 134 - Roma  06 328331
Santo Spirito Lungo Tevere in Saxia 1 - Roma    06 68351
San Paolo Largo Donatori di Sangue 1 - Civitavecchia    0766 5911
San Giovanni Evangelista Via Antonio Parrozzani 3 - Tivoli    0774 3164451
Coniugi Bernardini Viale Pio XII 36 - Palestrina  06 95322225
Presidio Ospedaliero "De Santis" "De Santis" Via Achille Grandi - Genzano   06 93271
Ospedale Civile P. Colombo Via Orti Ginnetti 7 - Velletri    06 93271
Presidio ospedaliero di Anzio Nettuno Via Cupa dei Marmi snc - Anzio    06 93271
San Camillo de Lellis Via Kennedy J.f. snc - Rieti   0746 2781
Casa di Cura Città di Aprilia  Via Palme 25 - Aprilia   06 9270 4125
San Giovanni di Dio Via San Magno - Fondi    0771 5051
Dono Svizzero Via Appia Lato Napoli - Formia    0771 7791
Francesco Spaziani Via Armando Fabi - Frosinone   0775 18831
Santa Scolastica Via San Pasquale - Cassino  0776 3929265
Santissima Trinità Loc. San Marciano - Sora    0776 8291

 

PUNTI NASCITA DI SECONDO LIVELLO

NOME DELLA STRUTTURA INDIRIZZO CENTRALINO
Policlinico Umberto I    Viale del Policlinico 155 - Roma 06 49971
San Giovanni Calibita Fatebenefratelli  Piazza Fatebenefratelli 2 - Roma 06 58334676
Policlinico Casilino  Via Casilina 1049 - Roma  06 231881
Sant'Eugenio    Piazzale dell'Umanesimo 10 - Roma 06 51001
San Giovanni Addolorata  Via dell'Amba Aradam 9 - Roma 06 77051
San Camillo Forlanini    Circonvallazione Gianicolense 87 - Roma  06 58701 - 06 55551
Policlinico Gemelli   Largo Agostino Gemelli 8 - Roma 06 30151
San Pietro Fatebenefratelli Via Cassia 600 - Roma 06 33260625
Belcolle  Strada Sammartinese - Viterbo 0761 3391 - 0761 3381
Santa Maria Goretti Via Guido Reni - Latina  0773 6551
 

Modalità organizzative e pratiche raccomandate

  • La donna può scegliere di avere accanto il partner o una persona di fiducia durante il travaglio e il parto;
  • la struttura deve incoraggiare il movimento della donna in travaglio e una posizione libera nel parto: partorire sdraiate su un letto è una pratica legata alla medicalizzazione del parto e non è né comoda né efficace, molte ricerche hanno dimostrato che la posizione libera nel travaglio e nel parto favorisce sia la dilatazione del collo uterino che la discesa del feto;
  • ad eccezione di specifiche esigenze assistenziali, ci deve essere sempre libero accesso nel reparto per parenti e amici;
  • la struttura dovrebbe prevedere la presenza continuativa, 24 ore su 24, del neonato nella stessa stanza della madre durante la permanenza in ospedale (rooming-in);
  • deve essere offerta da tutto il personale del reparto un'informazione adeguata sui vantaggi e sulla pratica dell'allattamento materno, anche attraverso la consegna di materiale informativo;
  • il bambino deve essere attaccato al seno già entro la prima ora dal parto, senza differenze tra parto vaginale e taglio cesareo, e le poppate successive devono essere "a richiesta" del bambino.

Pratiche da abbandonare

  • Non devono essere effettuati di routine:
    • il clistere
    • la tricotomia
    • il monitoraggio continuo del battito cardiaco fetale
    • l'induzione farmacologica al travaglio
    • l'episiotomia
  • la struttura non deve dare al neonato alcun liquido né alimenti diversi dal latte materno, tranne in caso di precisa indicazione medica, né far uso di tettarelle artificiali, succhiotti o biberon;
  • alla dimissione, tranne in caso di precisa indicazione medica, non deve essere prescritto latte artificiale.

La tutela della maternità

La legge italiana (D. Lgs. 151/2001) garantisce la protezione della salute della madre lavoratrice e il diritto del bambino ad un'assistenza adeguata.
La donna lavoratrice dipendente ha diritto:

  • a permessi retribuiti per effettuare esami prenatali, accertamenti clinici, visite mediche specialistiche, nel caso in cui questi debbano essere eseguiti durante l'orario di lavoro;
  • a non essere licenziata: il divieto di licenziamento decorre dall'inizio della gravidanza fino al compimento di 1 anno di età del bambino;
  • a non essere adibita a lavori a rischio, gravosi e insalubri;
  • all'astensione obbligatoria (congedo di maternità) dal lavoro retribuita all'80% (in alcuni casi al 100%) per un periodo che va da 2 mesi prima a 3 dopo la nascita del bimbo oppure da 1 mese prima a 4 dopo. Tale periodo di assenza conta sia come anzianità di servizio che per il calcolo della 13 e delle ferie. In caso di complicazioni della gravidanza o di condizioni di lavoro o ambientali pregiudizievoli alla salute della donna e a quella del bambino e nel caso in cui debba essere adibita ad altre mansioni, la ASL o la Direzione territoriale del Lavoro può disporre, sulla base di accertamento medico, l'interdizione dal lavoro anche per periodi precedenti al congedo di maternità e in questo caso si parla di maternità anticipata;
  • agli assegni famigliari e agli sgravi fiscali per coniugi e figli a carico, anche per le donne immigrate; se ha la cittadinanza italiana ha diritto agli assegni famigliari anche per i figli minori residenti all'estero;
  • alla maternità retribuita anche se ha un contratto a tempo determinato;
  • alla riduzione dell'orario di lavoro per tutto il primo anno di vita del bambino.
La donna libera professionista può utilizzare il congedo di maternità e richiedere l'indennità di maternità al suo ente previdenziale, il cui importo varia a seconda dell'attività.
La donna imprenditrice ha diritto al congedo di maternità previa domanda all'INPS.
Alla donna lavoratrice autonoma (artigiana, commerciante, coltivatrice diretta) o parasubordinata spetta l'indennità di maternità per i 2 mesi prima e 3 mesi dopo il parto, ma non ha l'obbligo di astenersi dal lavoro.
Anche per la donna collaboratrice domestica è previsto il diritto al congedo di maternità e per ottenere l'indennità; la lavoratrice deve avere almeno 6 mesi di contribuiti settimanali nell'arco precedente o 1 anno di contributi nel biennio precedente.
La donna con un contratto a progetto, co.co.co. presso le Pubbliche Amministrazioni, associata in partecipazione o titolare di reddito autonomo occasionale, di cariche societarie, iscritta alla gestione separata INPS, ha diritto all'indennità di maternità (condizioni da verificare con l'Ente previdenziale). Dal 2007 anche queste lavoratrici hanno l'obbligo di astensione dal lavoro di 5 mesi. È prevista inoltre una proroga di 180 giorni del rapporto di lavoro.
La donna disoccupata ha diritto all'indennità di maternità se all'inizio del congedo aveva diritto all'indennità di disoccupazione. La donna disoccupata italiana, comunitaria o extracomunitaria in possesso di carta di soggiorno, può presentare domanda per l'assegno di maternità presso l'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di residenza e/o alla sede INPS di residenza, entro 6 mesi dalla nascita del bambino. La donna straniera senza carta di soggiorno può rivolgersi al Consultorio e alle Associazioni di Volontariato che offrono accoglienza, informazioni e assistenza, senza correre il rischio di segnalazione finalizzata all'espulsione poiché la legge italiana garantisce l'assistenza sanitaria anche ai migranti senza documenti. Può fare richiesta di permesso di soggiorno per maternità, che ha validità fino al 6° mese di vita del bambino.
Inoltre, in Italia la legge riconosce alla donna il diritto a partorire in anonimato in ospedale.
La legge italiana consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell'ospedale in cui è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché ne sia assicurata l'assistenza, l'adottabilità e la tutela giuridica.

 

Il congedo parentale

Entrambi i genitori lavoratori dipendenti hanno diritto a un periodo di astensione facoltativa (congedo parentale) fino ai 12 anni di età del bambino. L'astensione facoltativa è retribuita al 30% dello stipendio fino ai 3 anni di vita del bambino, dopo è prevista retribuzione solo se il reddito del richiedente (madre o padre) è inferiore a 2,5 volte il trattamento minimo di pensione. Il diritto al congedo parentale può essere esercitato per un periodo continuativo o frazionato per massimo 6 mesi e per 10 mesi nel caso in cui la mamma o il papà siano soli (unico genitore).
Le lavoratrici autonome e alcune categorie di lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell'INPS hanno diritto al congedo parentale per un massimo 3 mesi, entro il primo anno di vita del bambino. Durante il periodo del congedo parentale, tali lavoratrici devono dichiarare di astenersi effettivamente dall'attività lavorativa.
Le mamme e i papà adottivi o affidatari possono usufruire del congedo parentale, qualunque sia l'età del bambino, entro 8 anni dall'ingresso del minore in famiglia, ma potranno ricevere la relativa indennità solo per i periodi di congedo fruiti nei primi 3 anni dall'ingresso del minore in famiglia.

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